PHARMA

Sistemi CIP/SIP, come integrarli con successo negli impianti

«Co-design con il cliente e gestione completa del ciclo produttivo sono fondamentali per raggiungere il risultato, uniti alla qualità delle finiture e all’utilizzo di componenti di alta gamma», spiega l’ing. Fabio Pozzebon, Business Manager Advanced Mechanics di Ecor International.

La richiesta da parte del mercato di sistemi CIP/SIP per gli impianti nel settore del Pharma, e non solo, è in forte crescita. Quali sono le criticità maggiori che riguardano la realizzazione di questi sistemi fondamentali per il lavaggio e la sterilizzazione degli impianti? Come risolverle? Quali sono le tendenze del mercato?

Per orientarci un po’ in questo mercato complesso abbiamo parlato con l’ing. Fabio Pozzebon, Business Manager Advanced Mechanics di Ecor International, che essendo in contatto ogni giorno con i produttori di impianti è in grado di fornire una visione particolarmente concreta.


L’ing. Fabio Pozzebon, Business Manager Advanced Mechanics di Ecor International

Fabio, la richiesta di sistemi CIP/SIP è in forte crescita sia per quanto riguarda il settore del pharma, sia più in generale nel mondo delle macchine automatiche. Quali sono secondo te le principali ragioni?

Ritengo che un fattore chiave sia rappresentato dalla crescente sensibilità delle aziende alla sicurezza dei prodotti che vengono processati dagli impianti e dagli operatori che intervengono nel processo produttivo. Oramai, anche i Paesi in via di sviluppo sono sempre più attenti a questo aspetto e c’è la necessità di rendere le operazioni di pulizia e sterilizzazione sempre più automatiche, integrandole nelle macchine in modo da ottimizzare i processi e i tempi di produzione. Parliamo di macchine che trattano alimenti o farmaci, quindi la necessità di garantire che il processo sia sicuro in ogni suo aspetto è di fondamentale importanza per la sicurezza del consumatore.


Questi sistemi CIP/SIP vanno accorpati agli impianti dei produttori e per questo si tratta di un’attività delicata che richiede attenzioni e competenze specifiche. Quali sono le criticità maggiori?

Per risponderti ti posso portare l’esempio di un progetto a cui abbiamo lavorato recentemente per un nostro cliente. Il sistema CIP/SIP, in questo caso, era composto da due moduli separati situati in due lati diversi della macchina. La distanza dei due moduli CIP/SIP era una delle sfide a cui andavamo incontro perché dovevano essere collegati mediante tubazioni specifiche senza che interferissero con le funzioni interne alla macchina. E poi dovevamo garantire i corretti accoppiamenti con la macchina del cliente: in altre parole, fare in modo che i moduli fossero perfettamente integrati con l’intero impianto.


E come avete lavorato per risolvere queste possibili problematiche?

Ciò che ha fatto la differenza, a mio avviso, è stata l’attività di co-design con il nostro cliente: è una delle nostre peculiarità e credo che senza questa attenzione non avremmo raggiunto il risultato. Ti spiego meglio: il nostro approccio non è mai quello di ricevere istruzioni e procedere a senso unico, ma di confrontarci con il cliente, in ogni fase. Quindi raccogliamo le necessità, facciamo le nostre proposte, ci confrontiamo con lui e rimettiamo le mani al progetto per migliorarlo e così via. Grazie a queste attività, abbiamo concepito dei layout ottimali per il passaggio di tutti gli elementi all’interno della macchina senza intralciarne le funzioni principali. Ovviamente, nel corso di questo progetto abbiamo guardato alla semplificazione, alla riduzione delle dimensioni e all’ottimizzazione del ciclo produttivo. Inoltre, un altro aspetto secondo me è stato davvero fondamentale.

«Co-design con il cliente e gestione completa del ciclo produttivo sono fondamentali per raggiungere il risultato, uniti alla qualità delle finiture e all’utilizzo di componenti di alta gamma», spiega l’ing. Fabio Pozzebon, Business Manager Advanced Mechanics di Ecor International.
Un sistema CIP/SIP progettato da Ecor International

Quale?

Avevamo dei dubbi in merito alla catena delle tolleranze ottenibili: progettare un modulo CIP/SIP che si integri perfettamente nell’impianto non è semplice, perché le variabili sono molteplici. Per questo, in accordo con il cliente, abbiamo pensato di completare alcune linee prodotto direttamente in fase di assemblaggio finale e devo dire che questa scelta è stata ottimale.


Ma questo, visto che avete posticipato la progettazione di alcune parti alla fine, non ha rallentato le tempistiche del progetto?

Niente affatto, anzi: è vero l’esatto contrario. Ci ha permesso di risparmiare tempo perché abbiamo ottenuto il perfetto accoppiamento tra sistemi CIP/SIP e macchine ed anche tra i moduli stessi. Se avessimo realizzato prima le interfacce, quasi sicuramente sarebbero risultate non corrette e quindi avremmo dovuto rifare il lavoro perdendo tempo prezioso.

Una progettazione in sinergia con il cliente è fondamentale per integrare i sistemi CIP/SIP negli impianti.

Un’ultima domanda: perché i produttori di impianti non possono realizzare in modo autonomo questi moduli CIP/SIP?

I produttori di macchine automatiche cercano di concentrare le loro risorse nello sviluppo delle parti core della macchina, quelle più importanti legate alla realizzazione del prodotto: ad esempio il riempimento, la sterilità della macchina e le prestazioni come la velocità o la flessibilità di produzione. I sistemi CIP/SIP provvedono ad un processo secondario seppur indispensabile per garantire il funzionamento in sicurezza dell’impianto: qui c’è in gioco la qualità del prodotto. Quindi, cercano partner con esperienza che co-sviluppi con loro l’impianto e lo realizzino senza impegnare un numero di risorse troppo elevato. Non per nulla, il cliente che ci ha commissionato il progetto di cui di parlavo prima ha apprezzato il fatto che ci siamo occupati dell’intero processo produttivo –completamente tracciabile- unitamente alla qualità delle finiture e all’utilizzo di componenti di alta gamma.