Vita in azienda

Lo sport buono che aiuta le persone diversamente abili

Stefano Barausse, del Dipartimento Engineering, racconta le attività dell’associazione “I*Can” di cui fa parte, che promuove l’inclusione di individui con disabilità intellettivo-razionali.

Sono entrato a far parte dell’associa­zione “I*Can” nel 2007 dopo la deci­sione di lasciare il basket, che avevo praticato per molti anni. Questo movimen­to, di cui sono Presidente da un anno circa, propone momenti di inclusione e parteci­pazione a persone diversamente abili pro­muovendo l’attività fisica come mezzo per raggiungere il benessere psicofisico. L’as­sociazione organizza ogni settimana due allenamenti di tennis seguendo il metodo e il regolamento di Special Olympics Italia, un programma internazionale di allenamento sportivo e competizioni atletiche per perso­ne, ragazzi ed adulti, con disabilità intellet­tivo-relazionali.

“I*Can” è una vera e propria scuola di tennis organizzata e proposta da un istrut­tore di primo grado FIT regolarmente iscrit­to alla Federazione. In questi anni siamo cresciuti fino a superare le 20 unità di atleti speciali supportati da un buon numero di giovani volontari come me, che si allenano con i ragazzi e danno supporto agli istrutto­ri durante gli allenamenti e i vari eventi. Le partite vengono organizzate sulla base del livello di gioco dell’atleta e la coppia è for­mata con l’abbinamento di un partner che viene opportunamente formato per rendere le partite maggiormente inclusive.

I ragazzi e ragazze protagonisti del pro­getto hanno un’età compresa tra i 17 e i 25 anni e presentano problematiche mentali molto differenti, che vanno spesso a riper­cuotersi a livello fisico influenzando la loro capacità di essere autonomi. Oltre al ten­nis, inoltre, da settembre abbiamo iniziato a praticare in modo continuativo anche il nuoto e il prossimo inverno ci metteremo in gioco nello sci.

La nostra associazione partecipa annu­almente a diversi tornei in tutto il nord Ita­lia e ad un evento nazionale Special Olympi­cs, che quest’anno si è tenuto a San Giovanni Lupatoto, Verona. Recentemente abbiamo organizzato il Torneo di Doppio Unificato agli impianti sportivi di Breganze.

Il nostro obiettivo, nonostante il suppor­to di allenatori e personale formato, non è di puntare all’agonismo, ma di favorire l’inte­grazione sociale e contribuire allo sviluppo di una maggiore autonomia dei ragazzi di­versamente abili. Tale autonomia può accre­scere durante i mesi estivi quando i ragazzi, non essendo impegnati negli allenamenti consueti, possono scegliere di continuare a praticare lo sport per conto loro.

Rimanere a contatto con questi atleti speciali dà molte soddisfazioni. È bello ve­dere come si accontentino con poco e non pretendano nulla. Si impegnano al massimo nelle gare e non nascondono una naturale emozione che dimostra il valore che danno allo sport. Un altro aspetto che stupisce ad ogni evento e dal quale tutti dovremmo im­parare è il fair play. Il loro è un gioco davve­ro leale: che vincano o meno, a fine partita danno la mano e abbracciano il loro avver­sario.

Se qualcuno desidera far parte dell’asso­ciazione oppure se vuole venirci a trovare durante le nostre attività, è il benvenuto: si ha la possibilità di imparare uno sport e so­prattutto di compiere una buona azione che restituisce grandi emozioni.