L’impresa può essere un agente morale? È possibile leggere le sue problematiche e le dinamiche di mercato privilegiando l’approccio etico?
È su queste domande che il sociologo Filiberto Tartaglia prova a ragionare nel suo libro “Morale d’impresa, impresa morale”, pubblicato nel 2017 da Libreriauniversitaria.it. Un lavoro approfondito che riporta anche le testimonianze, nella forma di un’intervista, di Sergio Lucietto, fondatore e Presidente di Ecor International, e Claudio Ronco, Direttore del Dipartimento di Nefrologia, Dialisi e Trapianto Renale dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza e fondatore di IRRIV, International Renal Research Institute of Vicenza.
Tartaglia inizia dalla tesi per cui l’uomo, nelle sue scelte anche di carattere economico, non si può ridurre ad un soggetto ideale orientato al massimo risultato con il minimo sforzo. Infatti, ogni individuo si costruisce da sé la sua etica che lo guiderà nelle conseguenti azioni. Ecco perché occorre affrontare il tema delle dinamiche di mercato e aziendali dal punto di vista dell’uomo in carne ed ossa, con i suoi bisogni, aspettative, desideri, emozioni e contraddizioni. Partendo da queste considerazioni, Tartaglia descrive i fondamenti filosofici della morale e le teorie che ne conseguono proponendo poi una riflessione sulle applicazioni sociali ed economiche della morale.
In questo quadro, l’autore riporta i due esempi di Lucietto e Ronco. Pur operando in due campi diversi, azienda metalmeccanica e centro di ricerca sanitaria, infatti, i due interlocutori hanno in comune un aspetto: sono stati guidati, nelle loro scelte di vita, dalla loro coscienza e dal loro orientamento all’impresa morale, a partire dalle storie individuali.
Le similitudini tra le loro esperienze, le spiegano proprio i due interlocutori all’interno del libro.
«Ritengo di avere in comune con Ronco quell’attitudine di essere persone visionarie, che vanno contro corrente, nel significato di andare oltre il comune pensare –spiega Sergio Lucietto–. Un buon imprenditore e ricercatore deve avere questa predisposizione perché solo così è possibile innovare e scoprire nuove possibilità di sviluppo, a prescindere dall’ambito di riferimento. Il coraggio di osare e rischiare è la premessa per poter fondare un’organizzazione e soprattutto per darle una storia che continua nel tempo, perché senza il cambiamento che si adegua ai tempi un’azienda è destinata a morire. Idea, creatività, passione, intraprendenza, fiducia sono ulteriori elementi chiave che ritengo fondamentali per un buon leader, che deve costituire una guida, un esempio per coloro che lo seguono o collaborano con lui».
«Quello che mi ha colpito di Ecor International è lo spirito con cui è stato creato il team e con cui vengono presentati e condotti i progetti –aggiunge Claudio Ronco–. Praticamente è la stessa modalità con cui noi affrontiamo le problematiche nel nostro Istituto di ricerca. In particolare partiamo da un bisogno, da una necessità che già descrive la volontà di risolvere un problema, di generare una soluzione a un problema che può essere tecnico, umano o di altro genere e la cui risoluzione dovrebbe portare a un miglioramento della qualità della vita, delle condizioni sociali e operative. Tutto ciò genera un concetto di moralità del progetto che va ben oltre la definizione iniziale di profitto. I due Istituti sono, dal mio punto di vista, in un parallelo per quanto concerne le finalità operative».
Dall’intervista emergono anche le loro storie individuali, il punto di partenza per le proprie scelte di vita, come sostenuto dall’autore. Sergio Lucietto infatti, afferma che la decisione di fondare un’azienda è nata «in seguito ad un percorso personale, dettato dal desiderio continuo di rinnovarsi e trovare nuove opportunità di crescita e realizzazione personale».
D’altro canto, Ronco è stato motivato dal desiderio di «riuscire a sviluppare soluzioni a progetti che potessero avere come fine ultimo il bene del paziente e il miglioramento della qualità di salute delle persone e quella di migliorare il rapporto tra docente e discente in un meccanismo di trasmissione della conoscenza che troppo spesso si trova bloccata dalla burocrazia».